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Personale Shingle 22j

“L’immaginazione non è solo uno stato mentale: è l’esistenza umana stessa”. (William Blake)Vincenzo Russo, nato a Sorrento nel 1984, si è classificato al secondo posto nella Biennale d’Arte Contemporanea di Anzio e di Nettuno, Shingle22j, edizione 2013 con l’opera “Pietà”. L’artista campano ha presentato una composizione fotografica che s’ispira nella struttura all’opera michelangiolesca, ma dove la donna, vestita di frammenti, adorna di lamenti, ibernata nel corpo del capitale, è filtro sempiterno di nuove disfunzioni sociali.Le opere esposte nella presente mostra sono una serie d’immagini manipolate fotograficamente, schizzi e fotografie realizzati come collage, modificati con le tecniche manuali del tratteggio e del chiaroscuro. Nelle produzioni affiorano le forze che scaturiscono dalla parte più profonda dell'essere umano, idee, percezioni, emozioni e fantasticherie, astrazioni e allucinazioni. Vincenzo Russo ci presenta la realtà fotografata non come essa appare, ma come essa passa attraverso la sua mente e che, proprio tramite la manipolazione fotografica, cerca di togliere dall’immagine quella patina di realtà per fonderla con la propria visione personale.La percezione onirica si trasforma in un regno di varia creatività, in immagini che nascono e si dissolvono istantaneamente, in cui il mondo dell'immaginazione è il mondo dell'eternità e dove verità e apparenza, esperienza e fantasticheria, mondo reale e sovrannaturale, sono senza confini. Nei lavori di Vincenzo Russo si trovano espressi il subconscio, l’onirico, il tempo che cambia le cose per occupare nuovi stati (Stato Liminale); l’alternarsi di un passato, di un presente e di un futuro incerto e oscuro, che siede di fronte ad un passato immediato dato dallo scorrere del tempo (Dei fenomeni e delle esistenze); l’esistere e il morire, che accoglie la vita; il buio, l’anima e il pensiero, l’ignoto, la Fede e la cultura, ormai miraggi dimenticati in luoghi lontani della memoria, tra i meandri onirici dei sogni (Nessun posto); e per ultima anche la tecnologia, messaggistica istantanea per conversazioni senza parole, che non aiuta a migliorare il dialogo e l’intelletto dell’uomo, ormai già da qualche tempo in disuso (Intelligenza artificiale).L’arte di Vincenzo Russo è carica di simbolismi e visioni, è esaltazione dell’immaginazione con cui uscire dal proprio “Io” per toccare luoghi ed emozioni inarrivabili nella realtà della vita concreta. Link all'articolo


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