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Premio città Piano di Sorrento "l'arte di saper promuovere l'arte"

Grande successo il 14 ottobre per il “Premio Città di Piano di Sorrento” a cura dell'Atelier Letizia Caiazzo e dell' Ass. LiberoArbitrio, con il patrocinio del Comune di Piano di Sorrento.

L’evento, per la sua seconda edizione, ha visto la già di per sé incantevole Villa Fondi vestirsi d’arte, “arte” intesa nel senso più “pan” del termine.

Infatti, così come gli Antichi Greci intendevano l’arte in tutte le sue forme, nell’accezione più totalizzante, così con l’”approvazione morale” del Sindaco Prof. Giovanni Ruggiero, del dott. Luigi Maresca, Responsabile per la Cultura nonchè Presidente del Consiglio Comunale di Piano di Sorrento, e del Responsabile del III Settore Cultura, il Dott. Carlo Pepe, si è saputo rendere quest’evento “globalizzante”, artisticamente parlando.

Come tutti sappiamo, è infatti estremamente difficile definire l’arte, probabilmente quasi impossibile, eppure con questa manifestazione si è riusciti perfettamente a renderne l’idea con tutte le sue possibili ”diramazioni”.

Ciò che, peraltro, ancor più stupisce, è che ciò sia stato tradotto in azioni effettive e non con le mille parole che siamo avvezzi ad ascoltare in ambito artistico che poi non trovano riscontro nella concretezza degli eventi.

Il Concorso ha toccato infatti ogni ramo culturale spaziando dalla pittura alla scultura, passando per la fotografia sino a comprendere le installazioni video e la grafica digitale.

La mostra è stata curata sin nei minimi dettagli, non tralasciando nessun particolare, come del resto era auspicabile data la presenza di membri della giuria del calibro di:

- Vincenzo Lo Sasso, artista e fotografo internazionale di moda

- Lello Zito (www.lellozito.it)

- Carlo Roberto Sciascia, critico d’arte

- Letizia Caiazzo dell’Atelier omonimo

- Noemi Taccarelli, antropologa dell’Ass. LiberoArbitrio.

E’ così che sul palco della sala interna di Villa Fondi de Sangro, sita in Via Ripa Di Cassano in Piano di Sorrento, a partire dalle ore 19.00, si sono alternati talenti musicali, danzanti, di recitazione e di canto, mentre sullo sfondo venivano proiettate agli occhi attenti del pubblico le opere in concorso e quelle appartenenti all’Atelier Letizia Caiazzo.

Anche questa trovata, frutto di un tocco di classe firmato dal sovramenzionato Atelier, si è rivelata interessante per l’ ”orizzonte scenografico” e positiva per gli artisti partecipanti i cui nomi meritavano davvero di essere “sovrimpressi” per rimanere “impressi” nella mente e nel cuore di chi ha creduto in loro e di chi ne ha potuto ammirare le opere.

Da menzionare, inoltre, la presenza dei due artisti selezionati per la partecipazione alla Biennale di Roma del 2014 ovvero Donato Valluzzi e Antonella Iovino, oltre ai vincitori del Primo Premio Vaglio della Basilicata, ossia Bruna Digregorio e Giusy Villano, eventi tenutisi a Vaglio Basilicata (Potenza) l’estate scorsa.

A dirigere il tutto ci ha pensato la colta giornalista Adele Paturzo che, con abile maestria, non ha semplicemente condotto la serata, ma si è calata nei panni di artisti e spettatori, operando con vivo coinvolgimento di pubblico.

Sapiente si è rivelata anche la scelta di consegna di un premio pecuniario oltre che onorifico ai primi classificati in modo da conferire una duplice chiave di lettura dell’arte stessa: quella divulgativo-teorica e quella tecnico-empirica.

Ciò che, infatti, si tende purtroppo spesso a sottovalutare, è infatti il costo di produzione che l’artista si trova a dover fronteggiare, necessitando per operare:

di colori, pennelli, tele e cornici per quanto concerne l’ambito pittorico;

di materie prime e utensili vari per quanto concerne la scultura;

di poter supportare costi di stampa elevati nel caso della fotografia o della digital art .

E’ stato, quindi, dato un input al passo con i tempi che ben compendia lo spirito e la passione artistica nella rappresentazione pratica di essi.

In tale contesto, non poteva di certo mancare la targa di merito offerta al costumista, coreografo e stilista Giuseppe Tramontano, responsabile della Fondazione Tramontano Arte (www.tramontanoarte.org) volta alla promozione dell’arte e della territorialità, e per questo vincitrice nel 2007 del “Premio Impresa e Cultura per il miglior curriculum di investimenti in cultura”.

Val la pena ricordare, a questo proposito, l’ appuntamento al “Teatro G. C. Menotti” di Spoleto alle ore 21:00 di oggi, 16 ottobre, quando sarà presentato “T'Ammore, le voci di Napoli” prodotto da Luigi Caiola con le coreografie ideate di Vittorio Biagi e con, per l’appunto, la collaborazione Tramontano.

Lo spettacolo sarà proiettato in 900 sale cinematografiche in Italia e nel mondo grazie all’accordo raggiunto da ArsLab con la società Belga XDCinema ,partner nel progetto culturale.

Dal teatro e dalla coreografia si spazia poi sino ad arrivare alla sfera poetica con il contributo di Carlo Alfaro che regala momenti magici grazie alle poesie della scrittrice Anna Bartiromo indigena di Piano di Sorrento.

Quest’ultima, poetessa e docente, ricorda quanto sia, al contempo, importante e difficile il mestiere dell’educatore, dovendo egli essere in grado di leggere negli occhi di un ragazzo la sua sensibilità ed i suoi problemi e non potendo, conseguentemente, pretendere da lui un sapere di matrice unicamente enciclopedica.

La tematica della sensibilità, in particolar modo di quella femminile, è, peraltro, magistralmente espressa dalle ballerine Silvana Gargiulo, Imma Ferola, D'Esposito Ilaria, Manuela Cannavale, Natalia Colonna e Adele Pellecchia dirette dalla coreografa Raffaella Pandolfi.

L’ associazione che va sotto il nome di “Dance Studio”, è operante nel settore dal 1993 ed è reduce di numerosi successi, tra cui i riconoscimenti del “Premio Napoli” per la danza moderna jazz e la danza contemporanea.

Le ragazze del team danzante, con le loro performance, hanno infatti saputo “raccontare le diverse sfaccettature della donna, creando un trait d’union tra la figura femminile universalizzata e la donna di Piano di Sorrento” a voler usare la parole di Noemi Taccarelli.

Altra tematica molto attuale viene ironicamente messa in scena mediante una piéce teatrale della compagnia di De Martino che riproduce un’esilarante quanto significativa scena del film “Così parlo Bellavista” mentre sullo sfondo compare Luciano De Crescenzo con la sua tipica ambigua espressione tra serio e burlesco.

Degni di nota (a voler utilizzare un gioco di parole!) i momenti musicali realizzati dal sassofonista Antonio Dimaiolo e dal chitarrista cantautore Antonio Breglia.

Anche per loro arrivano i riscontri di pubblico ed i riconoscimenti cartacei di partecipazione com’è giusto che sia quale sprone all’arte per l’arte.

Detti certificati, infatti, sono stati consegnati a tutti i personaggi che hanno animato la serata oltre che agli artisti partecipanti ossia i seguenti:

Amendola Maria

Apreda Monica

Bardi Gianni- Russo Enzo

Carellario Marco

De Maio Gelsomina

D’Urso Francesco

Fauci Giovanna

Fratiello Marco Aurelio

Gargiulo Maria Teresa

Laricchia Davide

Lolletta Nadia

Marrocoli Concetta

Morelli Claudio

Romano Nello

Romano Peppe

Valestra Sonia

Durante Gennaro

Vinaccia Angela Rosa

Volpe Pio

Attestati speciali di merito, per il conseguimento del primo posto negli ambiti concorsuali della Seconda Edizione del “Premio Città di Piano”, sono stati consegnati per le sezioni pittura, scultura, fotografia digitale.

E’ così che, con grande emozione, Lello Zito introduce il discorso pittorico, sottolineando che è stato scelto di consegnare il premio ad un artista che opera in questo campo da anni (precisamente da quando ne aveva 14), la cui tecnica e creatività è palesemente riscontrabile e frutto di anni di lavoro oltre che di matrice genetica.

Ai più infatti non sfuggirà la connessione paterna, se, come lo stesso Zito sottolinea, “il frutto viene dal seme”.

La creatività di Davide Laricchia e la fusione delle sue scuole pittoriche di provenienza ben si contestualizza nel dipinto che si è meritato a pieni voti il primo posto per l’ambito pittorico intitolato “Piano di Sorrento” e realizzato ad olio su tela sulla dimensione di 50x60 cm.

Primo premio, quindi, per la detta opera, perfettamente rispondente al tema della creatività inserita nel contesto territoriale del borgo marinaresco di Piano di Sorrento.

Borgo marinaresco, peraltro, rinomato sin dall’epoca borbonica, come fa bene a rammentarci l’antropologa Noemi Taccarelli nel suo discorso introduttivo, periodo in cui l’economia della Penisola e in generale del Regno delle Due Sicilie era più che florida e competitiva a livello nazionale e internazionale.

In ambito scultoreo, invece, ha meritato il plauso della giuria con conseguimento del primo posto per questa categoria, l’artista Nello Romano che ha raffigurato la particolare Costiera Sorrentina, “particolare” per bellezza ma anche per la sua non facile “riproduzione”.

Un occhio speciale meritano i giovani artisti Giovanni Bardi e Vincenzo Russo che hanno conquistato il primo premio per la sezione fotografia con “A message in a bottle” realizzata “a quattro mani”, opera che dà loro lo spunto per l’importante asserzione del concetto: “è l’idea che fa l’arte”.

Il loro intervento, con merito, alla manifestazione è il segnale che l’arte avanzi e che l’ombra della crisi economica incombente non riesca ad arrestare il giovane spirito d’iniziativa della nuova generazione.

Per chi volesse fare un tuffo nell’arte in questi giorni che si prospettano bagnati meteorologicamente, val la pena di rassicurare i visitatori in quanto la mostra è allestita al coperto, nei locali della storica Villa Fondi e resterà aperta con ingresso gratuito al pubblico dal 16 al 21 ottobre, dalle ore 16.00 alle ore 19.00 per mano e volere delle curatrici Letizia Caiazzo, Noemi Taccarelli e Bruna Sacristano.

Oltre alle opere in concorso sono ivi visionabili anche quelle provenienti dal Liceo Artistico Istituto Statale d’arte “F. Grandi” di Sorrento che ha apportato il suo contributo alla manifestazione.

Il tutto a voler dare un chiaro segnale di quanto l’arte possa essere priva di pregiudizi e possa compendiare ogni attività umana.

La riprova, infine, di quanto l’interiorità possa positivamente tener testa ad un’esteriorità spesso difficile e, al contempo, di quanti spunti morali e culturali possano venire dalla “luce artistica”, in qualsiasi periodo, anche in quello più buio.

Francesca Martire


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